lunedì 5 dicembre 2016

La gentilezza paga?

Questo mi domando da... praticamente sempre.
La gentilezza nella vita paga? Siamo sicuri?

Mi viene in mente il film "Cenerentola" che io considero cento per cento fa-vo- la e lei con la sua frase che continua a ripetere "sii gentile e abbi coraggio". 
Guardando il film mi sarebbe invece venuto di dirle "mandale a quel paese e vattene!"
D'accordo questo è solo un esempio che mi è venuto in mente ora, scrivendo,  però in sostanza spiega il senso del mio post. Essere gentili sempre? In ogni caso? O fino a che punto?
Sono stata educata alla gentilezza, e così stiamo cercando di fare anche con Zoe.
Ammetto però di avere talvolta dei dubbi in merito... soprattutto quando, complice anche la sua timidezza, la vedo subire uno sgarbo da altri bambini e mi verrebbe da dirle, "dai rispondi!". Le capacità di farlo le ha (il carattere non le manca), la dialettica pure, ma se si trova davanti qualcuno di più scafato o qualcuno che non conosce si ritira.
La osservo e mi rivedo in lei. Mi ritrovo bambina o ragazzina quando subivo un dispetto o una critica. Il più delle volte incassavo, rimanevo spiazzata. Questo mi faceva sentire "sfigata" e in più mi faceva crescere rabbia dentro. Perché una risposta mancata, una difesa che arriva in ritardo è pensata, rimuginata e crea più danno a noi stessi di un bel vaffa... sputato fuori al momento giusto.
Non voglio che sia così anche per lei... ma com'è difficile spiegare che la gentilezza è un sentimento bellissimo ma va usato nei momenti giusti e soprattutto con le persone giuste. Non deve essere una limitazione o una gabbia ma una ricchezza. Desidero tanto che sia gentile, ma anche che sia scafata, e che lo sia con intelligenza. Che riesca a farsi rispettare con parole giuste, taglienti ma educate... ancora più efficaci di un banale vaff.... 

Per molto tempo per me è stata una gabbia e mi auguro di riuscire a risparmiare a Zoe tutta la fatica che è servita a me per capirlo. Ancora oggi credo che la linea di confine tra gentilezza e "coglionaggine" sia troppo sottile e ancora oggi provo rabbia quando per timore di essere maleducata o attaccabrighe mi zittisco di fronte a talune situazioni.
Forse è per questo che dicono che quando un buono si arrabbia c'è da avere paura... perché i buoni non sono persone votate alle santità sono persone che spesso tollerano, che cercano di mediare, che usano gentilezza per una, due... forse tre volte; alla quarta volta però uno si prende quello che merita e anche il resto. ;-)


On air: "Quello che non ho" - Fabrizio De André




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